Io sono un coach professionista e spesso devo spiegare la mia attività nel particolare al fine di evitare interpretazioni molto “speculative”.
Una grande ed efficace metafora me la regala l’antropologa statunitense Margaret Mead, disse che il primo segno di civiltà in una cultura antica era un femore rotto e poi guarito. Spiegò che nel regno animale, se ti rompi una gamba, muori. Non puoi scappare dal pericolo, andare al fiume a bere qualcosa o cercare cibo. Un femore rotto che è guarito è la prova che qualcuno si è preso il tempo di stare con colui che è caduto, ne ha bendato la ferita, lo ha portato in un luogo sicuro e lo ha aiutato a riprendersi. Mead disse che aiutare qualcun altro nelle difficoltà è il punto preciso in cui la civiltà inizia. Noi siamo al nostro meglio quando serviamo gli altri.
Essere civili è questo.
ESSERE COACH É QUESTO!
In questo momento diventa necessario avere solidarietà e condivisione che superino la sfera della difficoltà di oggi e che pongano le basi alle soluzioni di domani. Questa pratica ci aiuterà a individuare una diversa prospettiva futura del significato di civiltà dove la consapevolezza di sé ed il concetto di abbondanza assumono la funzione di dono e reciprocità, che nessuna pandemia o criticità in generale può far dimenticare!
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